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Cristiano Rossi

Head of Compensation & Benefits di Siemens SpA

Cristiano Rossi, Head of Compensation & Benefits di Siemens SpA, racconta come l’azienda promuove il Benessere Psicologico dei dipendenti attraverso un welfare integrato e diversificato, basato su servizi dedicati e iniziative di sensibilizzazione. Siemens SpA sostiene come supporter La Settimana della Salute Mentale di Stimulus Italia, confermando il suo impegno verso una cultura aziendale che valorizza il benessere psicologico e sociale dei suoi collaboratori.

Come definirebbe la cultura del Benessere Psicologico all’interno della sua organizzazione?

Siemens è attenta al tema del benessere in tutte le accezioni: psicologico, fisico, finanziario e sociale.
Favorire il benessere psicologico significa per noi creare un ambiente di lavoro che permetta ai nostri collaboratori di dare il meglio ed essere soddisfatti dei risultati quotidiani, con la possibilità di esprimersi e di vivere gli spazi messi a disposizione liberamente, di costruire relazioni sociali e di gestire in autonomia e con piena responsabilizzazione l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.
È un tema consolidato, come dimostrano le azioni e i programmi introdotti negli anni. A partire da quando abbiamo adottato lo Smart working nel 2011 per dare ai collaboratori completa flessibilità lavorativa, passando poi all’introduzione di nuovi servizi durante la pandemia, come l’Employee Assistance Program, fino alle più recenti iniziative come la Parental Care Policy.

Quali sono stati i principali cambiamenti nella gestione del Benessere Psicologico che ha osservato negli ultimi anni?

Sempre più l’attenzione si sta spostando dal singolo al suo ecosistema (famiglia, azienda e società), consapevoli che anche la serenità dei propri cari sia imprescindibile per il benessere psicologico di ogni collaboratore. Le misure adottate dalle aziende devono quindi considerare anche i bisogni di coloro che ruotano nella sfera affettiva del collaboratore e l’offerta essere sempre più diversificata e in continua evoluzione. In Siemens, inoltre, stiamo investendo molto nella formazione dei nostri manager, a cui chiediamo di imparare a riconoscere e gestire le emozioni dei collaboratori.

Infine, non possiamo dimenticare l’accelerazione su misure che rispondano ai nuovi bisogni che la gen Z, con la propria consapevolezza generazionale e le diverse priorità, sta evidenziando, o agli effetti dovuti agli ultimi eventi globali, quali la pandemia, le guerre, le crisi economiche e inflattive.

Sempre più l’attenzione si sta spostando dal singolo al suo ecosistema. Le misure adottate dalle aziende devono quindi considerare anche i bisogni di coloro che ruotano nella sfera affettiva del collaboratore e l’offerta essere sempre più diversificata e in continua evoluzione.

Come viene promosso il Benessere Psicologico nella sua organizzazione?

Il benessere psicologico è uno dei pilastri del nostro welfare Good Life Siemens che offre servizi e benefits diversificati in grado di rispondere alle esigenze del collaboratore e della famiglia. Viene promosso attraverso veri e propri servizi come l’employee assistance program, che offre supporto in ambito socio-assistenziale, psicologico, legale e fiscale, mediante webinar dedicati come “conoscere se stessi” e “riconoscere l’ansia”, con innovativi programmi DEI e, ovviamente, grazie al coinvolgimento attivo dei nostri manager, responsabilizzati nella gestione del benessere dei propri team con colloqui individuali periodici chiamati Growth Talks focalizzati sullo sviluppo continuo delle persone. Misure di riconoscimento, programmi di mentorship, iniziative di inclusione, spazi lavorativi che stimolino collaborazione, creatività e rilassamento, reale flessibilità lavorativa e una cultura aziendale basata sull’ownership, completano la nostra strategia.

Come gestite eventuali resistenze interne alla partecipazione e al coinvolgimento in iniziative di Benessere psicologico?

Siemens è molto attiva sul tema del benessere psicologico: promuoviamo occasioni di discussione e confronto su questo tema, sia con i nostri collaboratori sia con i manager. Questi ultimi sono al centro di specifici programmi di sensibilizzazione e formazione sul benessere e sono in prima persona ingaggiati a gestire i propri team anche sotto questo aspetto.
Per mantenere alta l’attenzione, lanciamo spesso nuove iniziative e benefit focalizzati sul benessere e, ove possibile, eleggiamo persone chiamate “champions” che abbiano il compito di farsi portavoce e sensibilizzare su tematiche che impattano il benessere psicologico, come la DEI.

Crediamo che ognuno debba avere la propria libertà e i propri tempi per comprendere e avvicinarsi al tema del benessere, la forzatura non è mai una strada vincente. Il nostro compito, quindi, è accompagnare le nostre persone in un percorso di maturazione e presa di consapevolezza.

Quali sono i prossimi passi per la vostra organizzazione nel campo del Benessere Psicologico?

Il nostro welfare è in continua evoluzione e si trasforma sulla base di input interni ed esterni.
Monitoriamo sia il benessere dei nostri collaboratori, sia le nuove necessità attraverso l’utilizzo di survey: abbiamo indagini trimestrali sul clima aziendale, survey ad hoc per valutare i servizi offerti e collaboriamo a indagini esterne, come il progetto di ricerca “Fattori psicosociali coinvolti nel benessere organizzativo” promosso da Stimulus, a cui abbiamo partecipato.

È evidente che il benessere psicologico non possa essere efficacemente trattato come un elemento a sé stante, ma come parte di un’offerta welfare omni-comprensiva che ne consideri le correlazioni con tutti gli aspetti della vita lavorativa e personale dei collaboratori e delle loro famiglie. Questa è la direzione in cui ci stiamo muovendo: un welfare integrato, diversificato, customizzato, innovativo e digitale quanto più possibile.

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